Pochi brand hanno segnato la storia della nautica a motore come i Magnum Marine. Il cantiere di Miami negli Anni ’80 e ’90 è stato un riferimento per tutti gli armatori che ambivano a un motorcruiser di elevate prestazioni, velocissimo ma al contempo confortevole e marino, pronto ad affrontare tutti i mari, anche i più difficili.
Conscio di questo, l’architetto Tommaso Spadolini ha risposto alla richiesta dei due armatori, affrontando il refitting di due Magnum con tutto il rispetto e l’attenzione che autentiche icone della nautica a motore richiedevano.
“Il Magnum 63 era in un capannone da molti anni e nell’intervento di restauro si è scelto di rispettare l’originale design Pininfarina – spiega Spadolini – Sono stati così eliminati il voluminoso tientibene prodiero, ricreato un parabrezza più profilato e mantenuto il rollbar che, magari potrà non piacere, ma è caratteristico del modello originario. Nella zona poppiera, a fianco del prendisole, è stato previsto di rimontare i due vetri laterali che hanno anche una funzione di tientibene, oltre a mantenere la passerella centrale a poppa. Totalmente inedita invece la colorazione bianca con due grandi fasce blu, una precisa richiesta dell’armatore che, da grande appassionato di auto storiche, si è voluto ispirare alla colorazione delle ‘muscle car’ americane, dalle Mustang alle Shelby Cobra”.
La meccanica è stata oggetto di un totale rifacimento: gli originali Detroit Diesel sono stati sostituiti da due moderni MTU da 2.000 cv l’uno, sempre in abbinamento con le trasmissioni Arneson Drive a elica di superficie. Il layout del pozzetto è rimasto sostanzialmente lo stesso, ma completamente rifatto con mobili più moderni, così come la plancia di comando ha abbandonato i vecchi strumenti analogici per più moderni monitor digitali. Completamente rivisti anche gli interni.
Il refitting è in corso presso il cantiere Carm di Lavagna con cui Tommaso Spadolini collabora da anni. Il varo è previsto per metà giugno.
“Più radicale l’intervento sul Magnum 38 dove, a parte lo scafo, sono stati salvati i soli oblò – racconta Spadolini – In questo caso la richiesta dell’armatore era di farlo diventare un veloce daycruiser, maxi tender di uno yacht più grande. Così abbiamo sostituito l’originale trasmissione a linea d’asse e i due motori a benzina con una coppia di Cat turbodiesel da 500 cv l’uno, con trasmissioni a elica di superficie Top System e questo ha imposto un completo rifacimento della sala macchine e un irrobustimento dello specchio di poppa”.
Completamente rivisto anche il layout del pozzetto, con una soluzione più moderna dove il prendisole a tutto baglio è stato sostituito da due lettini laterali con un passaggio centrale che può essere eventualmente coperto da un terzo elemento, mentre a pruavia si apre una dinette con soluzioni più moderne. Per la plancia si è scelto di mantenere la struttura originale e utilizzare ancora alcuni orologi analogici, seppur in coabitazione con una moderna strumentazione digitale. Sottocoperta si è creato un unico open space, rispettando così la richiesta dell’armatore di avere un daycruiser, però con due bagni, uno per la toilette propriamente detta e uno per il box doccia.
“La colorazione dello scafo, grigia con la coperta bianca – conclude Tommaso Spadolini – è stata scelta dall’armatore per coordinarla con lo yacht a cui il Magnum 38 farà da maxi tender. Il refitting è attualmente in corso presso il cantiere Azzurra di Gaeta che vanta delle maestranze di grande competenza e una ricca cultura marinaresca. Il varo è previsto per la primavera”.