Nell’ambito delle celebrazioni del suo venticinquennale, il 18 e 19 novembre la Federazione del Mare ha organizzato a Roma, nella sede di Palazzo Colonna, dove è ospitata da Confitarma, il general meeting dell’European Network of Maritime Clusters (ENMC), organizzazione che riunisce i cluster marittimi europei. La sera del 18 novembre, la Federazione del Mare ha offerto una cena ai membri dell’ENMC alla quale hanno partecipato, oltre all’olandese Arjen Uytendaal, presidente di ENMC, e alla coordinatrice Marjolein van Noort, i vertici dei cluster marittimi di Bulgaria, Francia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Spagna, e naturalmente Italia, rappresentata da Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, accompagnato da Vincenzo Petrone, presidente Assonave e vicepresidente ENMC, Pierluigi Portalupi, delegato ANIA, nonché Carlo Lombardi e Laurence Martin, rispettivamente segretario generale e vice-segretaria della Federazione del Mare.
Il 19 novembre, nel corso dei lavori del general meeting, il presidente Arjen Uytendaal con i colleghi ha affrontato l’esigenza per ENMC di cooperare con le organizzazioni marittime europee di settore per meglio condividere le esigenze dell’industria marittima nel suo complesso e discutere degli obiettivi comuni in vista dei quali adottare iniziative, sottolineando la necessità di delineare un linguaggio marittimo comune e coordinare i contatti con le istituzioni europee. Successivamente, dopo un’introduzione di Fabio Faraone, capo servizio Tecnica navale sicurezza e ambiente di Confitarma, sul tema della decarbonizzazione dell’industria marittima, i rappresentanti dei cluster marittimi europei hanno discusso dei prossimi negoziati dell’Ue per un Green Deal che certamente avrà un impatto sul settore marittimo: sarà importante in proposito presentare proposte che tengano conto di tutti gli interessi delle varie componenti della blue economy. Inoltre, è stato ricordato che anche i finanziamenti bancari vengono ormai concessi sulla base della sostenibilità dei progetti e in questo senso si è espressa anche la BEI (Banca Europea degli Investimenti). Ciò vuol dire che, se il settore marittimo vuole mantenere l’accesso ai finanziamenti, deve essere in grado di dimostrare cosa sta facendo per ridurre le emissioni. Sono state presentate anche alcune iniziative adottate a livello nazionale in tal senso.
Altro tema in discussione è stato infine quello dell’importanza di mettere a punto un insieme consolidato di dati statistici che renda più evidente l’importanza strategica che il cluster marittimo riveste per l’economia dell’UE, soprattutto in questo momento storico caratterizzato da un lato da misure per fronteggiare il cambiamento climatico e, dall’altro, dalla pressione del protezionismo e delle guerre commerciali, nonché dall’esigenza di digitalizzazione che richiede forti investimenti. In particolare, nel corso della riunione, è emersa l’esigenza di identificare in maniera più precisa quali siano i settori che dovrebbero essere etichettati come “marittimi”, al fine di poter inserire nella valutazione della Blue Economy anche quelli più innovativi, con il loro potenziale in posti di lavoro, innovazione e fatturato. A tal fine, entro febbraio 2020 ENMC, insieme agli altri stakeholder interessati a cooperare, presenterà un progetto per realizzare una solida base-dati.