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Il ruolo del mare nell’economia nazionale e la tutela degli interessi marittimi del Paese

“Il ruolo del mare nell’economia nazionale e la tutela degli interessi marittimi del Paese”. Questo è il tema dell’evento organizzato dal Ce.S.l. – Centro Studi Internazionali con il supporto della Marina Militare e il patrocinio del Comune di Livorno, che si è tenuto lo scorso 18 maggio presso l’Accademia Navale di Livorno. Il Simposio ha coinvolto i rappresentanti del cluster marittimo nazionale (Marina Militare, MISE, armatori, cantieristica navale, comparto ittico, autorità portuali e Guardia Costiera), dell’industria energetica, di quella delle telecomunicazioni e le associazioni di categoria di altre materie prime fondamentali per il Paese. Dopo l’intervento introduttivo di Andrea Margelletti, Presidente del Ce.S.I., Carlo Lombardi, Segretario della Federazione del Mare, ha illustrato il peso dell’economia del mare per il Paese. Successivamente, Luca Sisto, Direttorte generale di Confitarma, ha affermato che è ormai maturo il percorso, avviato dal presidente Confitarma, per arrivare al più presto ad una governance unitaria del mondo del mare, declinato nelle sue componenti.
Ciò per fare un salto di qualità nella politica dei trasporti nazionali, riconoscere l’importanza del cluster marittimo, accompagnarlo nella crescita, sburocratizzando quando possibile, e soprattutto evitando produzioni normative in controtendenza rispetto alle indicazioni comunitarie in tema di competitività, prive di corretta visione industriale, quali ad esempio il dlgs 221/2016 che rappresenta la prima crepa nel pilastro dello shopping nazionale, cioè il Registro internazionale del 1998 che, con le successive integrazioni anche al comparto cabotiero, ha consentito il raddoppio della flotta e dell’occupazione.
Riguardo alla sicurezza, Luca Sisto ha ricordato come l’armamento italiano sia stato co-protagonista con le forze armate nel tentativo di rendere più sicuro il flusso delle rotte marittime. “Un mare insicuro è infatti un mare più costoso: sia per chi naviga che per l’economia di terra”.