Un porto per etruschi, romani, bizantini, longobardi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, spagnoli, austriaci, borbonici, savoiardi: popoli, culture e dinastie regnanti hanno intrecciato i loro destini e traffici commerciali con esso. È quanto racconta l’avvocato marittimista Alfonso Mignone con una nuova ricerca sulle origini marinare della città di Salerno che diventò non solo capitale di un potente Principato, ma anche e soprattutto dopo la fine dell’indipendenza amalfitana e la conquista normanna, emporio di rilevanza internazionale in un Mediterraneo conteso tra arabi, bizantini e le Repubbliche Marinare di Genova, Pisa e Venezia. Un antico motto popolare recitava così: “Se Salierno avesse ’o puorto, Napule bello sarria muorto” (“Se Salerno avesse il porto, Napoli bella sarebbe morta”).
Come tante altre città costiere, Salerno ha avvertito da sempre l’esigenza di un porto stabile ed efficiente che conciliasse le necessità dei flussi mercantili e gli interessi dell’economia locale ma realizzarlo non è stata impresa agevole. Molteplici furono i fattori limitazionali allo sviluppo dell’infrastruttura come il ciclico fenomeno dell’insabbiamento, dovuto alle caratteristiche geomorfologiche del litorale salernitano e le tante difficoltà per far fronte alle ingenti spese necessarie al suo completamento. Lo scalo, posto in favorevole posizione geografica, beneficiando del traffico di linea di genovesi, pisani, catalani, bizantini e arabi diventò crocevia dei traffici marittimi nel Mediterraneo già nel XIII secolo grazie anche all’istituzione di una fiera mercantile voluta dalla Chiesa e dai Regnanti che permise alla città di Salerno di divenire “piazza” per mercanti provenienti dal Vicino Oriente, Egitto, Mauritania, Grecia e Marsiglia che giungevano a Salerno in nave.
Nonostante i processi di globalizzazione dell’economia del Mediterraneo. Nel corso dei secoli successivi, però, lo scalo salernitano ha sofferto fortemente la vicinanza del Porto di Napoli e solo di recente ha ritrovato, una volta integrato nel “Sistema” dei porti del Mar Tirreno Centrale, la sua centralità nelle rotte marittime fra Occidente e Oriente, quelle che un tempo arabi e i bizantini si erano contese per secoli senza riuscire ad instaurare una propria talassocrazia e che ora fanno parte della Silk Maritime Road.
Il volume consta di 174 pagine ed è edito da D’Amico di Nocera Superiore. Hanno collaborato al lavoro curato da Mignone anche il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale Pietro Spirito, i docenti della cattedra di Pianificazione dei Trasporti presso l’Università degli Studi di Salerno Stefano de Luca e Giuseppe Iannacone oltre agli imprenditori Agostino Gallozzi, Presidente Gallozzi Group, e Antonia Autuori, Amministratore Delegato dell’Agenzia Marittima Michele Autuori. Anteprima del saggio con i patrocini di Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Rete-Association for the Collaboration between Ports and Cities, Propeller Club Port of Salerno il 5 luglio alle 10 alla Stazione Marittima di Zaha Hadid di Salerno.
Saluti di Orazio De Nigris, Amministratore Delegato Stazione Marittima Salerno; interverranno Pietro Spirito, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale e Stefano de Luca, Professore associato Pianificazione dei Trasporti Università degli Studi di Salerno.