Isole di plastica, vero problema per il Mediterraneo
Fare sistema? Operare insieme? Sicuramente sì. A parole sono tutti d’accordo e la considerano la ricetta vincente al fine di ottenere risultati concreti e soddisfacenti in campo economico.. In pratica, però, le cose vanno diversamente. Nel mondo dello shipping, ad esempio, si assiste a pericolose divisioni che non si rivelano mai positive. Si fa in due Confitarma con la nascita di Assarmatori, mentre già da tempo si è sdoppiata l’associazione della nautica con Ucina da un lato e Nautica Italiana dall’altra. Con quale risultato? Una maggiore debolezza nella contrattazione e nella capacità di fare massa critica. “La parcellizzazione è deleteria per tutti – afferma con convinzione Giovanni Gasparini presidente della sezione Yacht di Federagenti – e, proprio in occasione dell’approvazione dei decreti attuativi sulla nautica, riproporremo la riunificazione delle due associazioni. Ci abbiamo provato già una volta ma insisteremo ancora perché siamo convinti che l’unità è la risposta più giusta al settore ed ai suoi associati. Ci impegneremo nuovamente e con forza anche perché ci consideriamo super partes”,
All’assise di Porto Cervo volta a celebrare l’assemblea di Federagenti, dal Forum del lusso possibile giunto quest’anno alla sua quarta edizione, si è parlato molto anche di un problema di enorme attualità: le isole di plastica, un pericolo reale, sempre più vicino che rende il Mare Nostrum improvvisamente vulnerabile, con rischi concreti che minacciano le bellezze paesaggistiche del Mediterraneo. Federagenti, la Federazione degli agenti marittimi guidata da Gian Enzo Duci, riconfermato alla guida per altri due anni, ha deciso di lanciare, proprio dallo splendido mare di Sardegna, una vera e propria alleanza trasversale per fronteggiare e anticipare questa emergenza. E Giovanni Gasparini, attraverso la sua Sezione Yacht, ha proposto ai principali protagonisti delle rotte mediterranee, un patto fra uomini di mare, equipaggi e comandi nave per effettuare una attività di monitoraggio e segnalazione in tempo reale delle concentrazioni di rifiuti plastici. Lo stesso avverrà da parte delle compagnie crocieristiche o di navigazione che svolgono servizi di collegamento ferry con le isole, società di leasing e gestione di flotte di yacht. Tutti si impegneranno a svolgere una attività di sensibilizzazione dei loro passeggeri su una problematica che si sta sempre più trasformando in un’emergenza mediterranea..
In molti vi hanno aderito da Caronte &Tourist, a Grandi Navi Veloci, da Grimaldi a Silversea, da Moby Tirrenia a Nautica Italiana dalla presidenza dell’Associazione dei porti crocieristici Medcruise ad MSC Crociere, ben consapevoli della gravità del problema che riguarda tutti indistintamente e che li spinge a tutelare e difendere con azioni mirate ed immediate un bene comune e prezioso come il mare.
Val la pena fornire qualche numero per capire appieno la gravità del problema plastica: ogni anno vengono prodotti 280milioni di tonnellate di plastica che, nel 2050, arriveranno a 400. Di questi quantitativi oltre il 10% viene gettato in mare alimentando questo definito ormai “il mostro” Sono seimila miliardi i pezzi di plastica che invadono il pianeta pari ad una superficie grande come la Francia mentre sono un milione i pesci ed altre specie marine morti per aver ingerito plastica.
E mi fermo qui,
Bianca d’Antonio