di Bianca d’Antonio
Tomaso Cognolato, a Napoli da otto anni alla guida, nel ruolo di amministratore delegato, della società Terminal Napoli, (una SpA partecipata da Costa Crociere, Royal Caribbean Cruise Line, MSC Crociere, Marinvest ed Alilauro) che gestisce, dalla Stazione Marittima nel piazzale Angioino, il movimento crocieristico dello scalo napoletano definisce questa sua esperienza “interessante e snervante. Interessante perché il sistema ed il mercato sono molto dinamici, snervante perché molte cose rimangono incagliate nella burocrazia e nelle dinamiche pubbliche”. Ma, nonostante questo, il suo impegno ed il suo entusiasmo nell’affrontare le nuove sfide del settore rimangono immutati.
Vogliamo parlarne partendo dai dati sul movimento crocieristico del 2023 e le previsioni per il 2024?
“I risultati sono molto soddisfacenti direi. Il 2023 si è chiuso con 1.650.000 passeggeri e 446 toccate nave. Per il 2024 le previsioni sono di circa un milione 700mila passeggeri e 452 toccate nave”.
Qual è il suo pensiero sul Molo San Vincenzo: potrebbe essere funzionale alla crescita del numero di cruise in città?
“Sicuramente sì. Il tema da definire, a parte la necessità di lavori importanti sia lato terra che lato mare (consolidamento banchina ed escavo fondali con recupero dei relitti sul fondo), è l’accesso alla banchina e la movimentazione mezzi di servizio alle navi (pullman e camion)”.
Si potrebbero ipotizzare minicrociere per poi spostare l’utenza con motonavi verso le località turistiche del golfo?
“Dipende da cosa si intende per minicrociere: il tema delle motonavi è sicuramente percorribile ma va definito il luogo dove farle attraccare sia nel porto di Napoli che nelle località del golfo, cosa sempre abbastanza complessa”.
Potrebbe questa essere un’idea per sfruttare nel migliore dei modi la risorsa mare e far defluire il traffico verso i piccoli comuni della costiera, togliendo così dalle strade, spesso strette, tortuose e perciò pericolose, i grossi pullman che, oltretutto, ne bloccano il traffico?
“Sicuramente sì, ma rimangono da smarcare i due punti della domanda precedente: del dove, nel porto di Napoli e soprattutto nelle località del golfo che nell’alta stagione non riescono a soddisfare il traffico dei turisti non avendo né un numero sufficiente di ormeggi né ormeggi idonei”.
Secondo lei che cosa servirebbe al Terminal Napoli per renderlo ancora più moderno ed appetibile alle navi da crociera diventate oggi gigantesche?
“In realtà non è tanto una questione di dimensione, quanto piuttosto di numero di approdi che oggi sono insufficienti per soddisfare la domanda. Quindi servirebbe una nuova banchina di dimensioni idonee per accogliere due navi in più. Per il resto Terminal Napoli è appetibile per i crocieristi perché si trova al centro della città ed è collegato, grazie alla metropolitana che sfocia proprio davanti al terminal, a tutte le sue bellezze. Inoltre, dal molo Angioino si può raggiungere direttamente a piedi il molo Beverello, da dove partono gli aliscafi per le isole. Inoltre, stiamo risolvendo anche il problema dell’inquinamento grazie al cold ironing. Il progetto dell’on shore power system sta procedendo e quindi da metà 2026 dovremmo essere pronti a dare ‘corrente’ alle navi che in porto non avranno più i motori accesi”.