“Stiamo vivendo in uno scenario ove la parola più in voga è cambiamento – ha affermato Mario Mattioli, Presidente di Confitarma e della Federazione del Mare, intervenendo a Napoli alla presentazione della 5° edizione del Rapporto “Italian Maritime Economy” realizzato dall’Osservatorio di SRM sull’Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica – Questa è evidentemente l’esigenza più sentita e alla quale il nuovo Governo dovrà rispondere avviando un concreto rinnovamento a tutti i livelli a cominciare dalle infrastrutture e dalla burocrazia. Io credo che il concetto di rinnovamento si possa coniugare con quello di miglioramento. Questo è il nostro auspicio e, in quest’ottica, invio i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Esecutivo”.
Rispondendo poi ad una domanda sul legame tra competenza e competitività, Mario Mattioli ha affermato che “hanno la stessa radice, e queste due parole sono quindi strettamente legate: sono le competenze a rendere competitiva un’azienda ed anche la Pubblica Amministrazione. Quello delle competenze marittime che nel corso degli anni sono state progressivamente disperse tra più amministrazioni, è l’esempio di come si possa compromettere la politica nazionale di un settore e la sua internazionalizzazione”.
“La connessione con il tema della formazione è forte – ha aggiunto Mattioli – l’armamento italiano, che opera in un mercato totalmente internazionalizzato, sta investendo molto nella formazione dei professionisti del futuro, offrendo posti di lavoro e percorsi di carriera promettenti a bordo, a terra e dando opportunità di occupazione non solo negli altri comparti del cluster marittimo ma anche all’estero. Tutto ciò potendo contare su un livello di formazione del personale marittimo molto elevato”.
Il Presidente Mattioli ha quindi evidenziato che, come nel caso delle ZES, ove la riduzione della tassazione e procedure burocratiche farraginose incrementa la competitività, anche con l’istituzione del Registro Internazionale, in linea con le indicazioni dell’Ue, per la nostra flotta è stato possibile ridurre il gap di competitività con le altre flotte europee e mondiali, in 20 anni raddoppiare la consistenza e l’occupazione a bordo e con 16, 3 milioni di tonnellate di stazza posizionarsi tra le principali flotte mondiali, tra le più moderne, sicure e rispettose dell’ambiente”.
Naturalmente, l’industria armatoriale ha bisogno del supporto del mondo finanziario, sia dei principali gruppi bancari nazionali ed internazionali sia di soggetti istituzionali non bancari “l’importante – ha aggiunto il Presidente Mattioli – è che si evitino quei fenomeni speculativi che possono portare alla perdita del tessuto imprenditoriale e di competenze sviluppati sul territorio. Ciò è particolarmente importante nel Mezzogiorno ove occorre studiare la possibilità di aumentare le dimensioni delle aziende attraverso fusioni e integrazioni, intervenendo sulla spersonalizzazione dell’azienda dall’imprenditore, sulla managerializzazione e su una governance appropriata e coerente. Ciò potrebbe rivelarsi un importante attrattore per possibili investitori che intervengano a supporto del business in un’ottica di medio/lungo periodo”. Tra l’altro, secondo Mario Mattioli bisognerebbe evitare che i giovani formati al sud e che rappresentano una vera e propria risorsa, si trasferiscano al nord alimentando il gap di competitività.
Infine il Presidente di Confitarma e della Federazione del Mare, nel ribadire l’apprezzamento per le dichiarazioni del Presidente di Confindustria in favore dell’istituzione di un Ministero del Mare, ha auspicato che il nuovo Governo prenda in seria considerazione la necessità di istituire, per il settore marittimo nella sua accezione allargata, una guida Amministrativa unica, in grado di rispondere a tutte le sue specificità, sostenendo e implementando le sue potenzialità a vantaggio dell’economia del Paese.