Nell’ambito di un lungo lavoro di aggiornamento degli archivi dei contratti collettivi nazionali di lavoro, volto principalmente a contrastare il fenomeno dei “contratti pirata”, Cnel e Inps hanno pubblicato uno studio nel quale sono stati resi noti i dati del personale assicurato alla previdenza obbligatoria presso l’Inps, suddivisi per settori produttivi. Tale studio, per la prima volta nella storia del settore marittimo, fornisce dati nazionali che inequivocabilmente confermano che la Legge n. 30 del 1998 è una “success story” anche sotto il profilo occupazionale. Infatti, è finalmente disponibile il numero ufficiale dei lavoratori italiani e comunitari a cui si applica il Ccnl Confitarma (32.893 unità) e di quelli a cui si applica il Ccnl Fedarlinea (3.090), per un totale di 35.983 unità. Di questi, 8.117 sono personale di terra, quindi il numero di posti di lavoro a bordo coperti da personale italiano/comunitario risulta pari a 27.866 che, in virtù delle rotazioni necessarie a garantire i riposi a terra, danno lavoro a circa 38.000 marittimi. Dopo anni in cui diversi soggetti si sono esercitati a stimare il numero dei marittimi italiani e comunitari impiegati a bordo delle navi di bandiera italiana, abbiamo finalmente la conferma, oltre che della sostanziale correttezza delle stime elaborate da Confitarma, dell’infondatezza delle critiche mosse alla Legge n. 30 del 1998.
L’istituzione del Registro Internazionale ha rappresentato un punto di svolta qualificante della politica marittima italiana, secondo le linee-guida europee tuttora efficaci e lungimiranti, che hanno consentito all’Unione Europea di essere oggi il primo vettore del mondo. “Grazie all’istituzione del Registro Internazionale, la bandiera italiana si colloca oggi al primo posto in Europa per marittimi comunitari impiegati (di cui la grande maggioranza sono italiani) – afferma Mario Mattioli, presidente Confitarma – Questo dato assume ancora più rilevanza se si considera che altre bandiere comunitarie, pur vantando un tonnellaggio di gran lunga superiore, occupano un numero di marittimi comunitari inferiore”.