di Pino Sangiovanni
Il 4 novembre di 287 anni veniva inaugurato il Teatro San Carlo di Napoli, diventando il più antico teatro d’opera ancora attivo in Europa ed al mondo.
Voluto da Carlo di Borbone, la sua costruzione fu rapida e imponente, con una spesa di 75.000 ducati (circa 1,5 milioni di euro odierni) in soli otto mesi. L’architetto Giovanni Antonio Medrano e il costruttore Angelo Carasale ne firmarono il progetto, con decorazioni sontuose e una capienza di 3.000 posti.
Il teatro divenne immediatamente un simbolo della cultura musicale europea, ospitando la stagione delle “opere serie”, con il debutto dell’opera Achille in Sciro di Metastasio.
Nel 1816, un incendio devastò il teatro, ma sei giorni dopo l’incidente, il re Ferdinando I di Borbone ordinò la sua ricostruzione. In soli 300 giorni, l’architetto Antonio Niccolini ricostruì l’edificio, mantenendo la sua struttura originale, ma migliorando l’acustica e arricchendo la decorazione con opere di artisti rinomati come Camillo Guerra e Giuseppe Cammarano. Il nuovo sipario, “Il Parnaso”, e il soffitto dipinto da Cammarano divennero emblemi della rinascita del teatro.
L’incendio e la successiva ricostruzione fecero guadagnare a Ferdinando I un grande favore popolare, con Stendhal che elogiò la velocità e l’efficacia della ricostruzione, considerandola un gesto che cementò il legame tra il re e il popolo.
Il Teatro San Carlo rimase così un’icona culturale e un obiettivo ambito per i più grandi musicisti e cantanti europei, continuando a essere un simbolo di Napoli e della sua tradizione musicale.