full screen background image

Riforma portuale: pubblicato in Gazzetta ufficiale il “correttivo porti”, entra in vigore il 24 febbraio

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 febbraio, ed entrerà in vigore il 24, il “correttivo porti” (d.Lgs 232 del 13 dicembre 2017), il decreto che integra e modifica la riforma portuale varata il 4 agosto 2016.

Tante le novità attese. A cominciare dai maggiori poteri dati al presidente sull’organizzazione del lavoro portuale, che caratterizza “tecnicamente” il Comitato di gestione. Quest’organo non potrà più avere membri con incarichi politici o pubblici. Inoltre, il decreto modifica l’adozione del piano regolatore portuale e riordina il processo di classificazione dei porti. Si va verso la centralizzazione dei poteri, con i presidenti che rispondono al ministero dei Trasporti.

Per quanto riguarda il lavoro portuale, sentito il ministero dei Trasporti, il presidente dell’Adsp adotta il “Piano dell’organico del porto”, che va aggiornato ogni 3 anni. È un documento «di ricognizione e analisi dei fabbisogni lavorativi in porto» per le imprese ex articolo 17 (della legge 84/94). Sulla base del piano, il presidente può adottare il piano di formazione e riqualificazione professionale che verrà finanziato con una quota non superiore al 15% delle entrate fiscali. L’intervento serve a facilitare pensionamenti, prepensionamenti e riduzione dell’organico, andando a utilizzare l’Agenzia del lavoro portuale – lì dov’è istituita, per ora a Livorno, Trieste, Gioia Tauro e Taranto – o programmi di riqualificazione/formazione per gestire gli esuberi. Sarà importante la relazione tra authority e sindacati: la prima attiva le misure con il presidente dell’Adsp, il secondo individua l’organico.

Nel Comitato di gestione, l’organismo pubblico in cui convogliano tutte le decisioni dell’Autorità di sistema, non possono più essere designati sindaci e presidenti di Regione e consiglieri, in generale «coloro che rivestono incarichi di componente di organi di indirizzo politico amministrativo». Di conseguenza, Comune e Regione devono essere rappresentati da persone che non hanno incarichi nei Consigli comunali o regionali. A partire dal 24 febbraio, la carica non rispettata decadrà.

Con l’entrata in vigore del decreto, si sta cercando un modo per velocizzare l’approvazione dei Piani regolatori portuali, troppo spesso impantanati nella burocrazia, dovuto tra le altre cose a un iter consultorio complesso, allargato a numerosi istituti (Comune, Regione, Consiglio dei Lavori Pubblici, per citarne qualcuno). Per questo, si sta cercando di limitare il numero dei soggetti coinvolti nella procedura decisionale. La semplificazione del “decisore”, il Comitato di gestione, costituisce un primo passo. Infine, partirà la nuova classificazione dei porti.